Name | : Gabriele Buracchi |
Age | : 61 years old |
From | : Italy |
Period | : August 2012, 4 weeks | : g.buracchi@gmail.com | Website | : www.inzonadieta.org/isan.html |
A volte la vita e’ davvero strana e non immaginiamo neppure lontanamente che cosa ci accadra’. Questo e’ stato ancor piu’ vero nel la mia esperienza con Isan Survivor. Ho sempre avuto voglia di conoscere il mondo e la gente ma mi ero proprio scocciato di fare il solito turista albergo e ristorante. Cosi’ ho pensato che avrei potuto girare il mondo facendo qualcosa di utile. Avevo sentito parlare dell’Isan, la parte piu’ settentrionale della Thailandia ed anche la piu’ povera. Cercando su internet mi sono imbattuto nel sito di Isan Survivor . Sara’ per le foto dei bufali d’acqua che mi ricordano le Chianine della mia gioventu’, sara’ per le foto del posto, sara’ per la testimonianza di chi c’era gia’ stato, mi e’ subito piaciuto. Ho scritto ed il 19 luglio 2012 sono finalmente arrivato a Nong Khai dove il boss, Jack, e’ venuto a prendermi e mi ha portato nella sede della ONG “Isan Survivor”, in realta’ casa sua e dei suoi genitori, un posto dove anche tu ti senti subito a casa tua.
E da cui mi dispiacera’ enormemente di partire tra due giorni. Ma sono certo che qui ritornero’. C’era anche Patricia, la bella fidanzata olandese di Jack che ora vive qui ed Alex, un ingegnere spagnolo che dopo una esperienza ad Isan Survivor si e’ stabilito a Phon Phisai, Il centro piu grosso, si fa per dire, che c’e’ nelle vicinanze. Quando sono arrivato c’erano anche due volontarie spagnole inserite in una scuola locale, Rosa e Guada, persone assolutamente da conoscere. Il giorno dopo sono andato a vedere loro che insegnavano inglese ai bambini e la settimana dopo, il lunedi, mi sono ritrovato in un’altra scuola, la Dongkhompee school , sempre nelle vicinanze dell’ altra con le 6 classi della primaria e le 3 della secondaria. In pratica dai 6 ai 15 anni di eta’. Confesso che ritrovarsi in una di queste classi, da solo, con bambini che non parlano inglese e io che non so una parola di Thai puo’ essere un’esperienza sconvolgente. Ma gli italiani, si diceva quando ero giovane io, sono abituati ad arrangiarsi. Ho insegnato inglese (o almeno spero che sia stato scambiato per tale) per due settimane. Quello che c’e’ di bello e’ che qui non devi mantenere la disciplina. Sei una specie di marziano, extratterestre, catapultato in un’altro mondo. Oltre alla soggezione ed al rispetto che tutti I bambini ed I ragazzi qui hanno per la persona anziana ed importante , l’insegnante, si aggiunge quello per il Farang, lo straniero. Fa un certo effetto vedere che quando un ragazzo ti passa accanto si piega in basso. All’inizio pensavo avessero tutti un problema alla schiena, poi mi hanno spiegato che si inchinano quando ti passano accanto, per rispetto, appunto. Esperienza da non perdere e’ l’ora del pranzo a scuola. Si mangia tutti sotto un’enorme tettoia. Ovviamente gli insegnanti hanno il loro tavolo riservato. Incredibile l’ordine che regna in mensa.
Nel frattempo con Jack abbiamo fatto, nel tempo libero, anche altre esperienze. Essendo la stagione delle piogge ho avuto, assieme agli altri volontari (nel frattempo e’ arrivata un’altra olandese Laura ed uno spagnolo Javier)l’opportunita’ di aiutare I contadini del posto a piantare il riso, sperando di non aver fatto troppi danni, di visitare una fabbrica locale di vasi fatti a mano. In questa attivita’ ci siamo cimentati assieme alle ragazze ma devo dire che e’ stato davvero deprimente constatare come quello che sembra cosi’ facile quando lo vedi fare a loro e’ invece incredibilmente difficile. Dopo il sesto fallimento consecutivo ho rinunciato a fare il mio vaso. E poi la navigazione sul mitico Mekong, su una barca da pesca, a cavallo tra Thailandia e Laos. La seconda settimana Jack mi ha chiesto se avevo voglia di insegnare inglese anche ad un gruppo di adulti che si riunivano a questo scopo nella locale biblioteca vicino a Ban Thin Dung.
Ho ovviamente detto di si e cosi’ ho cominciato ad insegnare anche qui. Avendo a che fare con adulti e’ stato tutto molto diverso. Avevamo stabillito di fare un’ora di lezione, dalle 2 e30 alle 3 e30. Pare che le mie lezioni siano piaciute a tal punto che mi sono trattenuto 3 ore o piu’. Oltre a questo qui mi e’ anche capitato di innamorarmi, ma questa storia per non ve la racconto, perche’ non so come andra’ a finire. L’unica cosa che mi ha fatto rabbia, in questo viaggio, e’ l’aver scoperto che mentre di qui sono passate persone di tutte il mondo, io sono stato il primo e l’unico italiano ad essere approdato a Isan Survivor. Mi auguro che leggendo queste righe qualche altro italiano si decida a fare questa esperienza, il viaggio piu’ bello che io abbia mai fatto. Se volete , mi potete chiamare al +393391244602 o scrivere a g.buracchi@gmail.com. Saro’ felice di darvi tutte le notizie che vorrete, ma non perdete questa occasione.